Vigneti Luigi Oddero & Figli S.s.a.
Tenuta Parà, 95 Fraz. Santa Maria 12065 LA MORRA (CN)
figliluigioddero.it
info@figliluigioddero.it
+39 0173 500386
+39 0173 500328
I vini
L’azienda
Figli Luigi Oddero conta 35 ettari di vigneti, 18 dei quali dedicati al Nebbiolo, che si estendono in cinque comuni delle Langhe (Santa Maria di La Morra, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba e Barolo).
Il solo appezzamento della celebre Vignarionda è stato diviso a metà con il fratello Giacomo e, a questo, si aggiungono:
- a Treiso una vigna nella Menzione Geografica Aggiuntiva Rombone;
- a Santa Maria di La Morra all’interno del cru Rive un ettaro di vigna che dà il nome al Barolo Specola;
- a Castiglione Falletto, all’interno del cru Rocche Rivera si produce l’omonimo Barolo con le vigne della località Scarrone;
- altri crus di proprietà per la maggior parte localizzati a Serralunga d’Alba e Barolo sono: Broglio, Baudana, Collaretto, Drucà.
Le esigenze di mercato e la continua voglia di rinnovarsi hanno portato all’impianto di vitigni alloctoni quali Chardonnay, Viogner, Cabernet Sauvignon e Shiraz che insieme ai grandi vini rossi citati concorrono a una produzione annuale di circa 110.000 bottiglie.
La vinificazione è tradizionale: vasche di cemento, botti medio–grandi e grandi (25 Hl. – 40 Hl. – 60 Hl. – 90 Hl.) di rovere francese utilizzate per il Barbaresco, il Barolo classico e i cru di Barolo Specola, Barolo Rocche Rivera e Barolo Vignarionda.
Dal 2010 la gestione della cantina è passata nelle mani di Gregorio Tura e Stefano Boffa, in seguito affiancati dai due giovani enologi interni Francesco Versio e Alberto Gatto. La consulenza esterna, dall’estate 2012, è stata affidata all’enologo Dante Scaglione.
Il Terroir
Per parlare di Figli Luigi Oddero bisogna fare accenno alla storia dell’azienda: era l’agosto 2006 quando l’antica azienda vitivinicola di famiglia venne divisa per volontà dei due fratelli, Luigi e Giacomo, che decisero di intraprendere due strade distinte.
Tra i crus di proprietà della storica azienda, l’unico che venne diviso a metà è la prestigiosa Vignarionda, a Serralunga d’Alba.
La signora Lena, moglie di Luigi Oddero, ed i suoi figli Maria Milena e Giovanni amano ricordare uno dei pensieri di Luigi Oddero sulle vigne di Serralunga d’Alba: “È uno dei comuni più vocati per la produzione di Barolo con vigneti che donano vini fini, completi e longevi”.
Le vigne
- RIVE a Santa Maria di La Morra
È il vigneto cru dove sorge anche la torre Specola costruita dal Cavalier Parà, simbolo della cantina. Si estende da Santa Maria di La Morra fino a Borgata Muratori, costruendo un anfiteatro naturale con esposizione ottimale sud – est ed altitudine media di circa 250 mt. s.l.m. Si tratta di una vigna particolare che nasce su suoli composti da marne argillo – calcaree riconducibili al tipo Marne di Sant’Agata del periodo Tortoniano. Di colore grigio – azzurro e tonalità grigio – biancastra dovuta all’azione degli agenti atmosferici. La composizione delle argille è di tipo misto: sabbia finissima e componenti calcarei. Inoltre il ritrovamento di numerosissimi fossili e conchiglie testimonia l’origine sedimentaria della marna. - ROCCHE DEI RIVERA a Castiglione Falletto, nella menzione geografica Scarrone di Castiglione Falletto.
Questo vigneto prende il nome da Arnaldo Rivera, storico sindaco di Castiglione Falletto; è considerato tra i migliori sorì del comune, con esposizione a sud-est ed altezza media di circa 300 mt. s.l.m. - VIGNARIONDA a Serralunga d’Alba
Nell’immaginario collettivo Vignarionda (detta anche Vignariunda) con un’esposizione in pieno sud ad altezza di circa 350 mt. s.l.m. è considerato il più importante Cru di Serralunga d’Alba, uno dei più prestigiosi delle Langhe. Qui l’impronta del terroir è inconfondibile per la longevità e complessità che conferisce ai vini, distinguendosi da tutti gli altri vigneti destinati alla produzione del Barolo. - ROMBONE a Treiso
Questo Barbaresco nasce dal Nebbiolo prodotto nei vigneti di Treiso con esposizione sud – sud ovest ad altezza media di circa 350 mt. s.l.m., formati da marne grigio biancastre con strati argillo – sabbiosi. - Gli altri vitigni, Dolcetto, Barbera e Freisa, sono in buona parte dislocati nel comune di La Morra e Serralunga d’Alba. Il Moscato d’Asti, si produce dai vigneti situati nella Cascina Fiori situata nel comune di Trezzo Tinella. A completare la gamma ci sono altri vitigni internazionali tra cui Chardonnay, Viogner, Cabernet Sauvignon e Shiraz.
La gestione del vigneto e l’attenzione all’ambiente
L’approccio agronomico utilizzato nella conduzione del vigneto è di tipo sostenibile ed integrato.
In termini di sostenibilità, dal 2006 sono stati abbandonati tutti i prodotti diserbanti, diseccanti, pesticidi, fungicidi, erbicidi e, non ultimo, il glifosato. Tutto questo con l’obiettivo di ottenere le uve migliori rispettando al massimo l’ambiente, oltre a preservare la salute del consumatore.
Grazie alla tecnica della lotta integrata si realizza un’agricoltura sostenibile a basso impatto ambientale, contemplando pur sempre l’abbandono totale di prodotti diserbanti e disseccanti e adottando, ove possibile, metodi di difesa biologica; ad esempio la confusione sessuale nei confronti della tignola della vite.
La Cantina
La cantina è il custode dei profumi della tradizione: qui si raccolgono frammenti di un passato che si conserva ed evolve in un luogo protetto e silenzioso; è una storia ricca di aneddoti che continuano a vivere in nuove forme, per proseguire il tracciato incominciato da Luigi Oddero. Ed è proprio nella cantina di Figli Luigi Oddero che si preserva inalterato l’insegnamento di Luigi, che faceva del concetto di “tradizione” il punto di forza dell’azienda.
La “tradizione” secondo Luigi Oddero si compone di due aspetti: storico e pratico.
– Lo storico, è la tradizione che si respira tra le mura della Tenuta Parà ai Bettolotti.
Questa casa padronale, Cascina Plaustra, nata come mensa vescovile albese, venne acquistata dal Cav. Luigi Parà nel XIX secolo e solo in seguito venne arricchita di un’altana panoramica rivolta a sud mentre a nord, all’inizio del pendio della collina, si decise di far costruire una torre a tre piani, un belvedere di controllo, la Specola. L’originario proprietario di questa tenuta è il Cav. Luigi Parà che grazie alle sue intuizioni e capacità negli affari riuscì a sperimentare in questo luogo diverse soluzioni agronomiche talmente innovative da suscitare l’interesse di Domizio Cavazza, l’allora Direttore della scuola enologica di Alba, che rimase colpito dai suoi metodi geniali ed economici quali i pali in legno e il fil di ferro.
La Tenuta Parà e la sua Specola furono scelte da Luigi Oddero come marchio e logo dell’azienda. A confermare la bontà della scelta sono gli scritti dell’Ampelografo Fantini del 1894 in cui si ritrova il “Cru Bettolotti” tra i 18 crus di La Morra.
Dopo la morte del Cav. Parà, avvenuta nel 1890 la Tenuta e la Specola passarono in mano all’Enologo Paolo Vergiate del Sale, il marito di una delle tre figlie del Parà. E in seguito alla nipote, Eugenia, ed al marito, il Capitano Comin, di stanza a La Morra durante i conflitti mondiali.
– Nell’aspetto pratico, la tradizione si traduce nell’impiego di vasche di cemento, botti medio–grandi e grandi (25 Hl. – 40 Hl. – 60 Hl. – 90 Hl.) di rovere francese utilizzate per il Barbaresco, il Barolo classico e i diversi crus di Barolo. La scelta del legno nella tipologia del rovere francese è il frutto della lunga esperienza enologica di Luigi Oddero.
La produzione annua di bottiglie è pari circa a n. 110.000 bottiglie.
Infine la tradizione si ritrova anche nella decisione di mantenere i vitigni storici tipici della Langa, come la Barbera, il Dolcetto, il Moscato e la Freisa.
Come testimonia il libro “Vino al Vino” di Mario Soldati del 1971, da sempre Luigi Oddero si è occupato della gestione dei vigneti e della vinificazione dei vini”.
Dal mese di agosto 2006 fino ad aprile 2010 Luigi Oddero ha gestito, in piena autonomia, la sua nuova cantina a Santa Maria di La Morra presso la Tenuta Parà. Dopo la sua scomparsa avvenuta nel mese di Aprile del 2010, la consulenza enologica venne svolta temporaneamente dal suo amico e collega Armando Cordero, sino all’estate dell’anno 2012.
Oggi la gestione dell’azienda è passata alla moglie Lena, coadiuvata dai suoi collaboratori: Alberto Zaccarelli, Daniela Rossi, Gregorio Tura, Stefano Boffa, ai quali si sono aggiunti i due giovani enologi interni Francesco Versio e Alberto Gatto che insieme alla consulenza esterna di Dante Scaglione mantengono vivi gli insegnamenti di Luigi Oddero.
La storia della Cantina
L’azienda Figli Luigi Oddero nasce nell’agosto del 2006 in seguito alla scelta dei fratelli Luigi e Giacomo Oddero di dividersi le proprietà di famiglia, per poi poter esprimere individualmente le proprie filosofie enologiche.
Luigi Oddero, enologo e uomo di grande curiosità e cultura, era profondamente e visceralmente innamorato della propria terra, la Langa. Una figura carismatica sempre tesa tra progresso e conservazione, attenta alle innovazioni tecniche senza mai dimenticare la storia familiare iniziata nell’800 dai nonni, già produttori e commercianti di vino.
Pur sperimentando e inserendo vitigni internazionali, dette sempre la preferenza al vitigno principe della Langa, il Nebbiolo, e mantenne tutti gli altri vitigni tradizionali della zona, come Barbera, Dolcetto, Freisa e Moscato.
Dopo la scomparsa di Luigi Oddero avvenuta nel mese di aprile del 2010, l’azienda è gestita dalla moglie Lena e dai figli, Maria Milena e Giovanni.